INDICE
7.0. GENERALITÀ
7.1. REQUISITI DELLE COSTRUZIONI NEI CONFRONTI DEGLI STATI LIMITE
7.2. CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE E MODELLAZIONE
7.3. METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA
7.4. COSTRUZIONI DI CALCESTRUZZO
7.5. COSTRUZIONI DI ACCIAIO
7.6. COSTRUZIONI COMPOSTE DI ACCIAIO-CALCESTRUZZO
7.6.1. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
7.6.1.1 CALCESTRUZZO
7.6.1.2 ACCIAIO PER C.A.
7.6.1.3 ACCIAIO STRUTTURALE
7.6.2. TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI COMPORTAMENTO
7.6.2.1 TIPOLOGIE STRUTTURALI
7.6.2.2 FATTORI DI COMPORTAMENTO
7.6.3. RIGIDEZZA DELLA SEZIONE TRASVERSALE COMPOSTA
7.6.4. CRITERI DI PROGETTO E DETTAGLI PER STRUTTURE DISSIPATIVE
7.6.4.1 CRITERI DI PROGETTO PER STRUTTURE DISSIPATIVE
7.6.4.2 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
7.6.4.3 VERIFICHE DI DUTTILITA’ (DUT)
7.6.4.4 DETTAGLI COSTRUTTIVI
7.6.5 REGOLE SPECIFICHE PER LE MEMBRATURE
7.6.5.1 TRAVI CON SOLETTA COLLABORANTE
7.6.5.2 MEMBRATURE COMPOSTE PARZIALMENTE RIVESTITE DI CALCESTRUZZO
7.6.5.3 COLONNE COMPOSTE COMPLETAMENTE RIVESTITE DI CALCESTRUZZO
7.6.5.4 COLONNE COMPOSTE RIEMPITE DI CALCESTRUZZO
7.6.6. REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE INTELAIATE
7.6.6.1 ANALISI STRUTTURALE
7.6.6.2 TRAVI E COLONNE
7.6.6.3 COLLEGAMENTI TRAVE-COLONNA
7.6.6.4 COLLEGAMENTI COLONNA-FONDAZIONE
7.6.6.5 CONDIZIONE PER TRASCURARE IL CARATTERE COMPOSTO DELLE TRAVI CON SOLETTA
7.6.7. REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI CONCENTRICI
7.6.8. REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI ECCENTRICI
7.7. COSTRUZIONI DI LEGNO
7.8. COSTRUZIONI DI MURATURA
7.9. PONTI
7.10. COSTRUZIONI CON ISOLAMENTO E/O DISSIPAZIONE
7.11. OPERE E SISTEMI GEOTECNICI
7.6. COSTRUZIONI COMPOSTE DI ACCIAIO-CALCESTRUZZO
Gli edifici con struttura sismo-resistente composta acciaio-calcestruzzo devono essere progettati assumendo uno dei seguenti comportamenti strutturali:
a) comportamento strutturale non dissipativo.
b) comportamento strutturale dissipativo, con zone dissipative localizzate in componenti e membrature composte acciaio-calcestruzzo;
c) comportamento strutturale dissipativo, con zone dissipative localizzate in componenti e membrature in acciaio;
Nel caso di comportamento strutturale non dissipativo, la capacità delle membrature e dei collegamenti deve essere valutata in accordo con le regole di cui al § 4.3. delle presenti norme, senza nessun requisito aggiuntivo.
Nel caso di comportamento strutturale dissipativo, la capacità delle membrature e dei collegamenti deve essere valutata in accordo con le regole di cui al § 4.3. delle presenti norme, integrate dalle regole di progettazione e di dettaglio fornite dal § 7.6.4 al § 7.6.8. Le strutture devono essere progettate in maniera tale che le zone dissipative si sviluppino ove la plasticizzazione o l’instabilità locale o altri fenomeni di degrado dovuti al comportamento isteretico non influenzino la stabilità globale della struttura.
L’assunzione del comportamento strutturale tipo c) è subordinata all’adozione di misure specifiche atte a prevenire l’eventualità che componenti in calcestruzzo contribuiscano alla capacità delle zone dissipative.
Pertanto durante l’evento sismico le zone dissipative devono essere localizzate esclusivamente nei componenti in acciaio strutturale; deve essere quindi garantita l’integrità dei componenti di calcestruzzo soggetti a compressione.
Gli elementi non dissipativi delle strutture dissipative ed i collegamenti tra le parti dissipative ed il resto della struttura devono possedere una capacità sufficiente a consentire lo sviluppo della plasticizzazione ciclica delle parti dissipative.
7.6.1. CARATTERISTICHE DEI MATERIALI
7.6.1.1 CALCESTRUZZO
Non è ammesso l’impiego di calcestruzzo di classe inferiore a C20/25 o LC20/22.
Nella progettazione, nel campo di applicazione delle presenti norme, non è consentito l’impiego di calcestruzzi di classe superiore alla C40/50 o LC40/44.
7.6.1.2 ACCIAIO PER C.A.
L’acciaio per c.a. deve essere del tipo B450C, di cui al § 11.3.2.1 delle presenti norme; l’uso dell’acciaio B450A è consentito nei casi previsti nel § 7.4.2.2.
7.6.1.3 ACCIAIO STRUTTURALE
L’acciaio strutturale deve corrispondere alle qualità di cui al § 7.5 e al § 11.3.4. delle presenti norme.
7.6.2. TIPOLOGIE STRUTTURALI E FATTORI DI COMPORTAMENTO
7.6.2.1 TIPOLOGIE STRUTTURALI
Le costruzioni composte acciaio-calcestruzzo possono essere realizzate con riferimento alle tipologie strutturali seguenti, il cui funzionamento è descritto nel § 7.5.2:
a) strutture intelaiate;
b) strutture con controventi concentrici realizzati in acciaio strutturale;
c) strutture con controventi eccentrici nelle quali gli elementi di connessione, dove si localizzano le zone dissipative, devono essere realizzati in acciaio strutturale;
d) strutture a mensola o a pendolo inverso;
e) strutture intelaiate controventate.
Per strutture con pareti o nuclei in c.a., nelle quali la resistenza all’azione sismica è affidata agli elementi strutturali di calcestruzzo armato, si rimanda al § 7.4. Le pareti possono essere accoppiate mediante travi in acciaio o composte acciaio-calcestruzzo.
7.6.2.2 FATTORI DI COMPORTAMENTO
Si applicano le prescrizioni di cui al § 7.5.2 e, per quanto riguarda il valore massimo del valore di base q0 del fattore di comportamento, si applica la tabella 7.3.II, a condizione che siano rispettate le prescrizioni e le regole esposte nel presente capitolo.
7.6.3. RIGIDEZZA DELLA SEZIONE TRASVERSALE COMPOSTA
La rigidezza elastica delle sezioni in cui il calcestruzzo è in compressione deve essere valutata utilizzando un coefficiente di omogeneizzazione n = Ea/Ecm = 7, essendo Ecm il modulo di elasticità secante del calcestruzzo. Inoltre il calcolo del momento d’inerzia non fessurato, I1, delle travi composte con calcestruzzo in compressione deve essere valutato includendo nel calcolo la porzione della soletta di calcestruzzo compresa nella larghezza efficace, determinata come al § 7.6.5.1.
Nei casi in cui il calcestruzzo è in trazione, la rigidezza della sezione composta dipende dal momento d’inerzia della sezione fessurata I2, calcolato assumendo il calcestruzzo non reagente e come attive le sole componenti metalliche della sezione, profilo strutturale ed armatura, collocate nella larghezza efficace.
7.6.4. CRITERI DI PROGETTO E DETTAGLI PER STRUTTURE DISSIPATIVE
7.6.4.1 CRITERI DI PROGETTO PER STRUTTURE DISSIPATIVE
Le regole di progetto seguenti si applicano agli elementi composti acciaio-calcestruzzo delle strutture sismo-resistenti progettati per avere un comportamento strutturale dissipativo. Tali elementi devono avere un’adeguata capacità in termini di resistenza e duttilità. La duttilità è ottenuta rispettando i criteri di progetto e i dettagli costruttivi.
Nel caso di comportamento tipo b) di cui al § 7.6, la capacità deve essere valutata per gli elementi in acciaio secondo quanto indicato nel § 7.5.
Nelle disposizioni di cui al presente capitolo, le zone dissipative sono localizzate nelle membrature, pertanto i collegamenti e tutte le componenti non dissipative della struttura devono essere dotati di adeguata capacità.
7.6.4.2 VERIFICHE DI RESISTENZA (RES)
La progettazione sismica delle strutture composte acciaio-calcestruzzo è basata sulla valutazione del limite inferiore (Epl,Rd) e del limite superiore (EU,Rd) della capacità.
Il limite inferiore della capacità delle zone dissipative, Epl,Rd, deve essere confrontato con la domanda ottenuta dalla combinazione sismica delle azioni ESd, per cui deve risultare ESd < Epl,Rd.
Il limite superiore della capacità delle zone dissipative (EU,Rd) deve essere utilizzato nella verifica della capacità delle altre componenti strutturali coinvolte nello sviluppo dei meccanismi di collasso prescelti. Tale valore deve essere assunto analogamente a quanto previsto nelle strutture in acciaio pari a EU,Rd = 1,1 γov Epl,Rd, con γov definito nel § 7.5.1.
In particolare per il progetto dei collegamenti adiacenti le zone dissipative deve risultare:
dove:
Rj,d è la capacità del collegamento;
RU,Rd è il limite superiore della capacità della membratura collegata, valutata come indicato nel presente paragrafo.
Nei nodi trave-colonna adiacenti le zone dissipative di telai con colonne costituite da profili rivestiti completamente o parzialmente di calcestruzzo, la capacità a taglio del pannello d’anima della colonna può essere calcolata come la somma dei contributi del calcestruzzo e del pannello in acciaio. In particolare, se l’altezza della sezione della trave non differisce da quella del pilastro di più del 40%, la capacità a taglio si ottiene sommando i due contributi forniti, rispettivamente, dall’acciaio e dal calcestruzzo:
dove Vwp,s,Rd è la capacità del pannello d’anima in acciaio calcolato secondo i metodi indicati nel § 4.2, Vwp,c,Rd è la capacità a taglio fornito dal calcestruzzo che deve essere determinato utilizzando appropriati modelli tirante-puntone tipici delle strutture in calcestruzzo. La domanda a taglio, Vwp,Sd, con cui confrontare la capacità Vwp,Rd, è calcolata considerando il raggiungimento della capacità a flessione nelle sezioni delle travi convergenti nel nodo trave-colonna secondo lo schema e le modalità previste in fase di progetto.
7.6.4.3 VERIFICHE DI DUTTILITA’ (DUT)
In ogni zona o elemento dissipativo si deve garantire una capacità in duttilità superiore alla corrispondente domanda in duttilità.
La verifica deve essere effettuata adottando le misure di deformazione adeguate ai meccanismi duttili previsti per le diverse tipologie strutturali.
Per le tipologie indicate in § 7.5.2.1, si possono utilizzare le seguenti misure di deformazione locale q:
- elementi inflessi o presso inflessi di strutture intelaiate: rotazione alla corda;
- elementi prevalentemente tesi e compressi di strutture controventate: allungamento complessivo del diagonale;
- elementi sottoposti a taglio e flessione di strutture con controventi eccentrici (elementi di collegamento): rotazione rigida tra l’elemento di connessione e l’elemento contiguo.
La duttilità locale è definita come segue: μ = qu / qy .
La domanda di prestazione in duttilità locale è definita dal rapporto tra il valore di deformazione qu misurato mediante analisi non lineare e il valore di deformazione qy al limite elastico. Nel caso di analisi strutturale lineare con fattore di comportamento, la domanda di deformazione può essere dedotta dal campo di spostamenti ultimi ottenuti come in § 7.3.3.3.
La capacità in duttilità locale è data dal rapporto tra la misura di deformazione al collasso qu valutato in corrispondenza della riduzione del 15% della massima resistenza dell’elemento, e la deformazione qy corrispondente al raggiungimento della prima plasticizzazione, La capacità in duttilità, quando non sia determinata mediante sperimentazione diretta, deve essere valutata utilizzando metodi di calcolo che descrivano in modo adeguato il comportamento in campo non-lineare, inclusi i fenomeni di instabilità dell’equilibrio, e tengano conto dei fenomeni di degrado connessi al comportamento ciclico.
La verifica di duttilità si ritiene comunque soddisfatta qualora siano rispettate, le prescrizioni ed i dettagli costruttivi per le zone dissipative riportati nel seguito nel presente paragrafo, le prescrizioni ed i dettagli costruttivi riportati nei paragrafi successivi per ciascuna tipologia ed elemento strutturale e sia soddisfatta, per le sezioni delle colonne primarie delle strutture a telaio in cui si prevede la formazione di zone dissipative, la relazione:
dove NEd è il valore della domanda a sforzo normale e Npl,Rd è il valore della capacità a sforzo normale determinata secondo criteri di cui al § 4.2.4.1.2.
Nelle zone dissipative, il rapporto tra la larghezza e lo spessore dei pannelli d’anima e delle ali deve rispettare i seguenti limiti:
– per le zone dissipative in solo acciaio (non rivestite in calcestruzzo) valgono le indicazioni di cui al precedente § 7.5.6;
– per le zone dissipative rivestite in calcestruzzo i valori dei rapporti larghezza-spessore per le facce dei profilati metallici impiegati devono rispettare le limitazioni di cui alla Tab. 7.6.I.
Tab. 7.6.I - Valori limite della snellezza per i profilati metallici
7.6.4.4 DETTAGLI COSTRUTTIVI
La plasticizzazione delle barre di armatura della soletta di calcestruzzo delle travi composte è ammessa solo quando esse soddisfano le prescrizioni di cui al § 7.6.5.2 circa la profondità dell’asse neutro adimensionalizzato a rottura (Tab. 7.6.II).
Nelle zone di intersezione tra trave e colonna apposite armature metalliche devono essere disposte nella soletta di calcestruzzo al fine di governare gli effetti locali di diffusione delle tensioni. Il dimensionamento di tali armature longitudinali deve essere effettuata con modelli che soddisfino l’equilibrio.
7.6.5 REGOLE SPECIFICHE PER LE MEMBRATURE
Nel progetto delle colonne composte si può tener conto della resistenza della sola sezione in acciaio o della sezione composta acciaio-calcestruzzo. La dimensione minima delle colonne completamente rivestite di calcestruzzo, base o altezza per le sezioni rettangolari o diametro minimo per le sezioni circolari, deve essere non inferiore a 250 mm.
Fig. 7.6.1 - Rapporti dimensionali
Le colonne non devono essere progettate per dissipare energia, con l’esclusione delle zone al piede della struttura in specifiche tipologie strutturali. Per compensare le incertezze connesse all’effettiva risposta dell’organismo strutturale alle azioni sismiche, è necessario predisporre armatura trasversale per il confinamento delle zone in cui potrebbero localizzarsi imprevisti fenomeni di plasticizzazione.
Quando è necessario sfruttare interamente la capacità di una colonna composta per soddisfare la progettazione in capacità o le verifiche di resistenza, si deve garantire la completa collaborazione tra la componente in acciaio e quella in calcestruzzo.
In tutti i casi in cui è insufficiente il trasferimento degli sforzi tangenziali per aderenza ed attrito, è richiesto l’uso di connettori a taglio per il trasferimento mediante interazione meccanica e il ripristino dell’azione composta, calcolati secondo quanto indicato in § 4.3.
7.6.5.1 TRAVI CON SOLETTA COLLABORANTE
Verifiche di resistenza (RES)
Nelle travi con soletta collaborante il grado di connessione N/Nf , definito al § 4.3.4.3., deve risultare non inferiore a 0,8 e la complessiva capacità a taglio dei connettori nella zona in cui il calcestruzzo della soletta è teso non deve essere inferiore alla capacità delle armature longitudinali.
La capacità dei connettori a piolo si ottiene, a partire da quella indicata al § 4.3.4.3.1, applicando un fattore di riduzione pari a 0,75.
La determinazione delle caratteristiche geometriche della sezione composta va effettuata considerando un’appropriata larghezza collaborante della soletta e delle relative armature longitudinali.
La larghezza collaborante beff si determina con le modalità indicate nel § 4.3.2.3 e si ottiene come somma delle due aliquote be1 e be2 ai due lati dell’asse della trave e della larghezza bC impegnata direttamente dai connettori.
Ciascuna aliquota be1, be2 deve essere calcolata sulla base delle indicazioni contenute nelle Tabelle 7.6.III e 7.6.IV e non deve superare, rispettivamente, la metà dell’interasse tra le travi o l’intera distanza del bordo libero della soletta dall’asse della trave adiacente.
Nelle Tab. 7.6.III e 7.6.IV, con riferimento alla diversa collocazione delle membrature nell’ambito del telaio, sono rispettivamente riportati i valori della larghezza efficace parziale bei da utilizzare nella analisi elastica della struttura (momento d’inerzia/rigidezza flessionale) e per il calcolo dei momenti plastici.
I termini utilizzati sono definiti nella Fig. 7.6.2. Nella Tab. 7.6.IV con bmagg è individuata la larghezza di eventuali piastre addizionali saldate alle piattabande delle colonne con lo scopo di aumentare la capacità portante del calcestruzzo in prossimità dell’area nodale; qualora queste non siano installate, tale parametro coincide con la larghezza bC della colonna.
Verifiche di duttilità (DUT)
Qualora non si effettuino specifiche verifiche di duttilità di cui al § 7.5.3.2, nelle zone dissipative soggette a momento positivo deve essere verificato il rapporto x/d dato da:
nella quale:
x è la profondità dell’asse neutro a rottura;
d è l’altezza totale della sezione composta;
εcu è la deformazione a rottura del calcestruzzo, valutata tenendo conto degli effetti di degrado ciclico del materiale;
εa è la deformazione totale al lembo teso del profilo metallico.
Il suddetto requisito di duttilità può ritenersi soddisfatto quando il rapporto x/d soddisfa i limiti riportati in Tab. 7.6.II.
Tab. 7.6.II - Valori limite del rapporto x/d per le travi composte, al variare del fattore q0
7.6.5.2 MEMBRATURE COMPOSTE PARZIALMENTE RIVESTITE DI CALCESTRUZZO
L’adozione dei dettagli d’armatura trasversale riportati in Fig. 7.6.1 può ritardare l’innesco dei fenomeni di instabilità locale nelle zone dissipative. In particolare i limiti riportati in Tab. 7.6.I per le piattabande possono essere incrementati se tali barre sono caratterizzate da un interasse longitudinale, s1, minore della lunghezza netta, c, della piattabanda, s1/c <1,0:
– per s1/c ≤ 0,5, i limiti di Tab. 7.6.I possono essere moltiplicati per un coefficiente 1,50;
– per 0,5 < s1/c <1,0 si può interpolare linearmente tra i coefficienti 1,50 e 1,00.
Deve essere inoltre garantito uno spessore del copriferro netto di almeno 20 mm e non superiore a 40 mm.
I valori minimi dell’interasse delle staffe sono devono essere ricavati dalle limitazioni di cui al § 7.6.5.3
Tab. 7.6.III - Definizione della larghezza efficace parziale per il calcolo della rigidezza flessionale
Tab. 7.6.IV - Definizione della larghezza efficace parziale per il calcolo del momento plastico
Fig. 7.6.2 - Definizione degli elementi in una struttura intelaiata
7.6.5.3 COLONNE COMPOSTE COMPLETAMENTE RIVESTITE DI CALCESTRUZZO
Criteri di dettaglio
La dimensione minima, base o altezza per le sezioni rettangolari o diametro per le sezioni circolari, delle colonne completamente rivestite di calcestruzzo deve essere non inferiore a 250 mm.
Nelle strutture intelaiate le zone dissipative delle colonne si localizzano in corrispondenza di entrambe le estremità dei tratti di lunghezza libera delle colonne stesse, e nei sistemi di controventi eccentrici nelle porzioni di colonna adiacenti agli elementi di connessione. Per la determinazione della loro lunghezza si rimanda al § 7.4.6.1.2.
Quando l’armatura trasversale nelle zone dissipative sia disposta secondo un interasse s minore della larghezza c della piattabanda del profilo, possono essere seguite le indicazioni fornite in § 7.6.5.2 che modificano i valori limite della snellezza delle piattabande dei profilati metallici.
Nelle zone dissipative deve essere disposta un’armatura trasversale, in grado di produrre un efficace effetto di confinamento sul calcestruzzo, con un interasse che non deve eccedere il minimo dei seguenti valori: metà della dimensione minima del nucleo di calcestruzzo contenuto nelle staffe, 175 mm oppure 8 volte il diametro minimo dell’armatura longitudinale disposta lungo la colonna. Tale interasse nei pilastri del livello più basso è da assumere pari al minimo dei seguenti valori: metà della dimensione minima del nucleo di calcestruzzo contenuto nelle staffe, 150 mm oppure 6 volte il diametro minimo dell’armatura longitudinale disposta lungo la colonna.
Il diametro minimo delle armature trasversali non deve essere inferiore a 6 mm e comunque pari al maggiore dei seguenti valori:
6 mm e 0,35 volte il diametro massimo delle armature longitudinali moltiplicato per (fydf/fydw)0,5 , essendo fydf e fydw le tensioni di progetto della piattabanda e dell’armatura.
7.6.5.4 COLONNE COMPOSTE RIEMPITE DI CALCESTRUZZO
Verifiche di resistenza (RES)
La capacità a taglio nelle zone dissipative può essere valutata facendo riferimento alla sola sezione di acciaio o sulla base di quella in calcestruzzo armato. In quest’ultimo caso, il rivestimento in acciaio può essere utilizzato come armatura a taglio.
7.6.6. REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE INTELAIATE
7.6.6.1 ANALISI STRUTTURALE
Nelle travi composte è possibile assumere un momento d’inerzia equivalente costante lungo l’intera trave, Ieq, dato dalla relazione:
La rigidezza flessionale delle colonne composte può essere assunta pari a:
nella quale E e Ecm sono i moduli di elasticità dell’acciaio e del calcestruzzo; Ia, Ic e Is sono i momenti di inerzia della sezione in acciaio, del calcestruzzo e delle armature, rispettivamente. Il coefficiente di riduzione r dipende dal tipo di sezione trasversale; in assenza di più accurate determinazioni, può essere assunto pari a 0.5.
7.6.6.2 TRAVI E COLONNE
I tralicci composti non possono essere usati come elementi dissipativi.
Verifiche di resistenza (RES)
Per le travi si applicano le prescrizioni di cui al § 7.5.4.1 mentre per le colonne si applicano le regole di cui al § 7.5.4.2.
La capacità delle travi deve essere verificata nei confronti della domanda per instabilità flessionale e flesso-torsionale in accordo con il § 4.3.4 assumendo il raggiungimento della capacità per flessione, con soletta di calcestruzzo tesa, ad una estremità dell’elemento.
Per assicurare lo sviluppo del meccanismo globale dissipativo, deve inoltre essere rispettata la seguente diseguaglianza per ogni nodo trave-colonna del telaio:
dove γRd è dato in Tab. 7.2.I, MC,pl,Rd è la capacità a flessione della colonna calcolato per i livelli di domanda a sforzo normale valutata nelle combinazioni sismiche delle azioni e Mb,pl,Rd è la capacità delle travi che convergono nel nodo trave-colonna.
7.6.6.3 COLLEGAMENTI TRAVE-COLONNA
I collegamenti trave-colonna devono essere progettati secondo le indicazioni contenute al § 7.5.4.3.
7.6.6.4 COLLEGAMENTI COLONNA-FONDAZIONE
I collegamenti colonna-fondazione devono essere progettati secondo le indicazioni contenute al punto § 7.5.4.5.
7.6.6.5 CONDIZIONE PER TRASCURARE IL CARATTERE COMPOSTO DELLE TRAVI CON SOLETTA
La capacità plastica di una sezione composta di una trave con soletta (limite superiore o inferiore della capacità plastica delle zone dissipative) può essere calcolata tenendo conto del solo contributo della sezione di acciaio (progettazione in conformità al principio b) di cui al § 7.6) se la soletta è non collegata al telaio di acciaio in corrispondenza della colonna cui la trave è collegata per una zona circolare di diametro 2 beff, essendo beff la maggiore delle larghezze efficaci delle travi collegate a quella colonna.
A tal fine, occorre che non vi sia contatto tra la soletta e qualsiasi lato verticale di qualsiasi elemento di acciaio (per esempio colonne, connettori a taglio, piastre di collegamento, flangia ondulata, lamiera di acciaio collegata con chiodi alla flangia della sezione di acciaio).
Si raccomanda che nelle travi parzialmente rivestite sia tenuto in conto il contributo del calcestruzzo tra le flange della sezione di acciaio.
7.6.7. REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI CONCENTRICI
I telai composti con controventi concentrici devono essere progettati secondo le regole di progetto e di dettaglio di cui al § 7.5.5.
7.6.8. REGOLE SPECIFICHE PER STRUTTURE CON CONTROVENTI ECCENTRICI
I telai composti con controventi eccentrici devono essere progettati in modo tale che la dissipazione di energia sia localizzata nell’elemento di collegamento.
A tal proposito devono essere seguite le regole di cui al § 7.5.6.
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